INSEGNAMO A UN DRONE A VEDERE

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Quando ti arriva un Dji Tello, piccolo drone adatto al volo all’interno, la prima cosa che fai è farlo sfrecciare per tutta la casa o più probabilmente lanciarlo a tutta velocità contro qualche muro.

Ma quando sei una scuola di coding la prima cosa che fai, OVVIAMENTE, è montare un avanzatissima Intelligenza Artificiale che riconosce i volti delle persone.

Come? Utilizzando uno dei linguaggi che si imparano durante il corso, il Python!

Linguaggio versatile, è utilizzato ampiamente nelle applicazioni inerenti il Machine Learning e Intelligenza Artificiale. E così, muniti di workstation Linux, abbiamo scaricato tutti i pacchetti necessari per comandare il drone via codice e le librerie di Machine Learning di OpenCV.

Ma per riconoscere una faccia la I.A. deve essere istruita, come fanno i bambini appena nati. E quindi iniziamo a recuperare mille foto da archivi e video e le diamo in pasto ad una rete neurale chiamata Darknet. Tranquilli, non trasmette informazioni a qualche oscuro hacker, semplicemente analizza migliaia di volte ogni foto finchè non costruisce un modello matematico con cui è in grado di riconoscere un volto (o più di uno) nello specifico.

Tutto chiaro no? E poi?

Poi dirottiamo la diretta streaming del drone nel nostro programma I.A. che riesce a riconoscere con precisione, in qualsiasi condizione, il volto studiato in precedenza.

Con un drone e il Machine Learning in realtà si possono fare un’infinità di cose, come riconoscere qualsiasi tipologia di oggetto o ostacolo e permettere al drone di volare in autonomia da un punto A fino a un punto B evitando di sbattere, oppure riconoscere gesti delle mani per eseguire azioni e manovre.

Insomma, quando si impara a mettere le mani nel mondo Python, Machine Learning e I.A., non ci sono più limiti.

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